Le ragioni che portarono all’esigenza di redigere un volume che
raccogliesse le carte sciolte di tre visite, a partire dalla seconda e non dalla prima,
che molto probabilmente fu trascritta in altro volume a parte (oggi disperso), deriva da precise
prescrizioni relative alla tenuta dell’Archivio Diocesano dettate da una lettera della
Sacra Congregazione del Concilio del 18 dicembre 1626, secondo cui – tra le carte da conservare
e trascrivere – erano per l’appunto “tutti gli atti delle visite delle Chiese, degli Altari,
de’ Cimiterj, e delle Campane, con registro in libro”.
Prescrizioni ribadite anche nei trattati successivi, come quello – piuttosto ampio e articolato –
di Giuseppe Crispino, pubblicato in prima edizione nel 1680 e poi in altre quattro successive
fino al 1855, a cui il nostro fece certamente riferimento.
Tra le prescrizioni previste dalle norme erano quelle d'inserire nel documento di
redazione delle visite l’elenco di chiese, monasteri, luoghi pii e benefici (che compaiono
nella nostra); delle famiglie, delle anime, degli ecclesiastici, dello stato delle persone come
eretici, bestemmiatori, usurai, concubinari, medici e chirurghi, notai, librai, pittori e
scultori, ostetriche, ecc. (assenti nel volume); le notizie relative al capitolo della cattedrale,
in particolare le dignità canonicali, le prebende (teologali e penitenziali), il numero dei canonici
e i loro abiti, mansionari e cappellani, il coro, i ministri di culto e l’archivio (ugualmente non
presenti); l’elenco delle messe e delle feste campestri, le rendite del Capitolo e l’inventario dei
beni immobili, mobili, censi, ecc. (presenti nel volume).
Assieme a tali incombense la visita doveva accertare se l'esistenza di confraternite nei vari
villaggi o centri era regolare o meno attraverso la verifica della bolla di erezione; Se le chiese
erano dignitose, adeguate e arredate decentemente e se le sagrestie erano dotate dei paramenti
e suppellettili necessarie per l'espletamento delle funzioni religiose.
Nel caso di mancanze più o meno gravi il presule ordinava o seduta stante che fosse posto rimedio
oppure - nei casi più gravi - con apposito decreto. I decreti venivano poi trascritti nel libro
delle visite, assieme a quelli riguardanti il clero in generale o quelli di indizione della visita
dov'era riportato il percorso che il vescovo avrebbe fatto.
Il volume relativo alle visite della diocesi di Civita risulta abbastanza completo in questo campo,
anche se alcune disposizioni non sono inserite in decreti estrapolabili, ma contenute nei singoli
inventari. Di seguito si dà elenco dei decreti che costituiscono schede sé stanti.
Risorse collegate
9. Editto della visita, 14.10.1745 31. Petizione e decreto di rierezione della confraternita del Rosario di Aggius, 23.11.1745 53. Petizione e decreto di rierezione della confraternita di S. Croce di Calangianus, 30.11.1745 54. Petizione e decreto di rierezione della confraternita del Rosario di Calangianus, 02.12.1745 55. Ordine ai sacerdoti di presentarsi per la visita, disposizioni sulle messe, 07.12.1745 56. Decreto con disposizioni varie per i sacerdoti e i fedeli, 16.12.1745 65. Decreto di indizione della terza visita pastorale, 20.10.1750 98. Editto della quinta visita, 01.03.1763 117. Editto con disposizioni per il clero, 04.05.1763 124. Editto per la gestione della chiesa di San Simplicio di Terranova, 13.05.1763 131. Editto con disposizioni per i fedeli di Calangianus, 26.05.1763 140. Editto con disposizioni per i fedeli di Luras, 04.06.1763 154. Elenco dei sacerdoti della diocesi di Civita, 14.10.1745 155. Elenco dei confessori e predicatori, 20.10.1750 156. Elenco dei sacerdoti con licenza di confessare, 15.01.1751 157. Elenco dei viceparroci, 19.01.1751 158. Elenco dei preti con assegnazione di sede, 10.06.1763 159. Elenco dei tonsurati, 14.10.1763
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