Il presente sito internet vuole essere un utile ed agevole strumento
di consultazione di un libro manoscritto
redatto in lingua spagnola e databile attorno al 1763 che riporta tre visite effettuate dal vescovo
Salvatore Angelo Cadello Cugia nella diocesi di Cìvita, situata nel nord est della Sardegna.
Il documento, di circa 250 pagine, è oggi custodito presso l’Ufficio Beni Culturali della diocesi
di Tempio-Ampurias diretto da don Francesco Tamponi. Il volume – in perfette condizioni di
manutenzione – proviene dal palazzo episcopale di Castelsardo, antica residenza del vescovo delle
diocesi unite di Ampurias e Cìvita, ed è stato interamente scannerizzato con immagini ad alta
risoluzione a opera dello stesso ufficio. Immagini attraverso le quali è stata redatta la trascrizione.
Il lavoro ha avuto inizio con la trascrizione del manoscritto secondo le norme paleografiche e
diplomatiche attuali. In tale operazione venivano sciolte le abbreviazioni di nomi propri e di termini
vari, seguendo i repertori disponibili relativi alla lingua spagnola e quella sarda nella sua variante
logudorese. Nonostante infatti l’intero documento sia redatto in castigliano, riporta diversi
termini il lingua sarda, qualcuno in lingua italiana e altri in piemontese o latino.
La trascrizione del volume è stata effettuata per intero presso l’Ufficio Diocesano dei Beni Culturali
della diocesi, grazie ai supporti informatici e alla grande disponibilità del personale.
Dopo questa prima operazione si è proceduto al controllo di tutte quelle parti che in fase di
trascrizione erano sembrate poco chiare, quindi alla divisione in due parti principali, corrispondenti
alle due visite, quindi in paragrafi seguendo due criteri base: la data e il luogo.
Il testo è stato quindi dotato di una punteggiatura secondo criteri attuali per renderlo facilmente
leggibile. La divisione in brevi paragrafi ha permesso di stilare, per ciascuno, un regesto preciso
e puntuale che ne facilita la consultazione. A ciascun regesto poi è stata associata la data con il
luogo di redazione che, se non disponibile, è stata dedotta per via filologica attraverso la lettura
del testo o altri indizi.
Proprio l’esigenza di segnalare chiaramente i criteri filologici adottati per dedurre date o luoghi,
indicare particolari tempi del calendario liturgico espressamente indicati nel testo, segnalare altari
od opere ritenute superstiti, rendeva indispensabile l’inserimento di note a pie di pagina,
che tuttavia si differenziassero nettamente da quelle relative alla trascrizione. Il problema è stato
risolto attraverso l’inserimento di due gruppi di note. Per far ciò si è proceduto alla numerazione
consecutiva delle singole frasi di ciascun paragrafo con numeri arabi posti a pedice all’inizio di
ciascuna proposizione. In tal modo si è potuto creare il secondo gruppo di note nettamente distinto
dal primo che riportasse attraverso il numero della frase le annotazioni relative.
Tale operazione inoltre avrebbe reso facile citare una frase o un singolo brano per i lettori o gli
studiosi interessati al contenuto.
Risorse collegate
Note metodologiche di redazione dei testi
Provincia di Olbia-Tempio
Regione Autonoma della Sardegna
Istituto di Studi, Ricerche e Formazione Giulio Cossu